Oggi, in memoria dell’eroe rovignese e antifascista Matteo Benussi Cio, è stata deposta una corona di fiori sul suo monumento situato nel parco di Valdibora.
La corona è stata deposta dal vicesindaco David Modrušan, dal presidente del Consiglio municipale Emil Nimčević e dal presidente dell’Associazione dei combattenti antifascisti e antifascisti di Rovigno Branko Oplanić, il quale ha ricordato che Matteo Benussi Cio aveva partecipato alle manifestazioni contro il fascismo organizzato dal Partito Socialista d’Italia, nonché il 1° maggio 1935 e 1937 issò la bandiera rossa sul campanile della chiesa di Sant’Eufemia, e poi sul tetto del mulino di Kalo. Nel 1943 fu deportato dai fascisti in un campo di concentramento in Italia, dal quale riuscì a fuggire dopo la capitolazione d’Italia. Dopo essersi unito al Movimento di liberazione Nazionale, ha formato e guidato un gruppo di sabotatori. Il gruppo effettuò il suo primo sabotaggio sulla linea ferroviaria vicino a Pola nel novembre 1943. L’esplosione di una mina distrusse una locomotiva e cinque vagoni, e pochi giorni dopo il gruppo fece saltare in aria un treno sulla linea Rovigno-Canfanaro e demolì un ponte sulla strada verso il canale di Leme.
All’inizio del 1944 il gruppo entrò a far parte della Terza compagnia partigiana istriana, nell’ambito della quale continuò a svolgere una serie di azioni, riuscendo proprio agli inizi a sventare l’organizzazione fascista che i nazisti tentarono di ricostruire a Rovigno. Cio e i suoi minatori invasero ancora una volta la Rovigno occupata nell’aprile 1944. In tale occasione riuscirono a catturare due finanzieri e distrussero una piccola barca in costruzione con una mina.
Dopo la guerra Matteo Benussi Cio visse a Rovigno. Si spense il 16 giugno 1951 in una clinica di Belgrado, stremato dalle fatiche della guerra.